S&P Global PMI®: continua la contrazione del manifatturiero italiano

 S&P Global PMI®: continua la contrazione del manifatturiero italiano

Secondo gli ultimi dati PMI®, a novembre il settore manifatturiero italiano continua a contrarsi. Le condizioni operative hanno registrato l’ennesimo peggioramento a causa del forte calo della produzione e dei nuovi ordini, che pare sia dovuto in parte alle pressioni inflazionistiche. Il tasso di inflazione dei prezzi di vendita è rimasto elevato anche se è apparso evidente un notevole rallentamento del tasso di crescita dei costi di acquisto che ha fornito qualche tregua ai manifatturieri.

Analizzando gli altri indicatori si evince che a novembre aumentano i livelli occupazionali e di conseguenza il livello del lavoro inevaso si contrae per l’ennesima volta e ad un tasso generale elevato.

L’indice destagionalizzato S&P Global PMI® (Purchasing Managers’ Index®) del settore manifatturiero italiano di novembre ha registrato il valore di 48.4, segnalando il quinto deterioramento dello stato di salute del settore manifatturiero. In salita da 46.5 di ottobre, l’ultimo valore ha mostrato un tasso di declino più lento che in generale è stato solo leggero.

I dati di novembre hanno evidenziato una sostenuta contrazione sia della produzione manifatturiera che del volume dei nuovi ordini, nel primo caso, il tasso di declino è stato il più lento dell’attuale sequenza di cinque mesi, pur rimanendo forte. Il campione d’indagine ha collegato il crollo alle povere condizioni della domanda anche se alcune aziende hanno riportato come la carenza di qualche materiale abbia ostacolato gli sforzi produttivi.

Indicando la settima contrazione mensile consecutiva dei nuovi ordini, gli ultimi dati hanno mostrato una sostenuta contrazione della domanda da parte dei clienti. Secondo il campione d’indagine, la debole domanda è stata la conseguenza della combinazione della maggiore incertezza tra i clienti e i prezzi più alti. Malgrado fosse la più debole da maggio, l’ultima contrazione dei nuovi ordini è stata ancora elevata. Anche le esportazioni a novembre hanno riportato un forte calo.

Nonostante la forte diminuzione, i produttori dei beni manifatturieri hanno continuato ad assumere personale aggiuntivo. Il tasso di creazione occupazionale è stato il più veloce in quattro mesi.

Di conseguenza, il livello degli ordini ricevuti ma non ancora completati presso le imprese manifatturiere italiane è diminuito per la sesta volta in altrettanti mesi. Secondo le aziende campione, i minori requisiti della produzione hanno favorito il trasferimento delle risorse al completamento degli ordini inevasi. Il tasso esaurimento del lavoro inevaso è stato elevato ma il più lento da agosto.

Allo stesso tempo, a causa della debole domanda e della contrazione della produzione, diminuisce ancora una volta a novembre l’attività di acquisto e ad un livello notevole. La minore domanda di beni ha ridotto parte della pressione sulla catena di distribuzione, con le consegne che si sono allungate al livello minimo da settembre 2020. Detto ciò, i tempi medi di consegna continuano ad allungarsi per la carenza di materiale e problemi legati ai trasporti.

A novembre si stabilizzano le giacenze, infatti i livelli di magazzino delle materie prime e dei semilavorati e quelli dei prodotti finiti hanno riportato valori mensili invariati. C’è inoltre da dire che il valore di novembre pone fine al periodo di crescita delle giacenze dei prodotti finiti durato cinque mesi.

Passando ai prezzi, i costi sostenuti dalle aziende sono aumentati ancora una volta a novembre. Secondo le aziende campione, i prezzi energetici e delle materie prime sono stati i fattori che principalmente hanno spinto l’inflazione al rialzo. Il tasso di crescita, dopo aver rallentato notevolmente nel corso del mese, ha indicato il valore più debole da ottobre 2020, rimanendo però ancora elevato.

In risposta a ciò, i produttori manifatturieri hanno ancora una volta aumentato a novembre i loro prezzi di vendita e malgrado in contrazione da ottobre, il tasso di inflazione è rimasto elevato se paragonato agli standard storici.

Per concludere, è aumentato lievemente a novembre l’ottimismo delle aziende, registrando il valore maggiore in tre mesi, e secondo i dati raccolti la causa principale è la speranza di una ripresa della domanda.

Commento

Lewis Cooper, Economist di S&P Market Intelligence, ha dichiarato: “Durante il penultimo mese dell’anno, il settore manifatturiero italiano rimane bloccato in una fase di contrazione. La produzione manifatturiera ha continuato a diminuire a causa di una sostenuta, ma più lenta, contrazione dei nuovi ordini. La pressione sui costi è diminuita ancora una volta, con il tasso di inflazione che a novembre ha raggiunto il valore più lento in oltre due anni, anche se le aziende hanno continuato ad aumentare rapidamente le loro tariffe. La debolezza della domanda e la contrazione della produzione hanno generato nuovi segnali di capacità produttiva in eccesso nel settore. Il livello del lavoro inevaso infatti è diminuito drasticamente. Detto questo, a novembre sono evidenti notizie positive che riguardano il livello occupazionale, con un volume di assunzione sostenuto e con un tasso di creazione occupazione che ha raggiunto il valore massimo in quattro mesi. La crescita sostenuta dei livelli del personale rispecchia principalmente la speranza di una ricrescita della domanda, che inoltre spinge l’ottimismo commerciale al livello massimo in tre mesi. Detto questo, le previsioni dell’attività per i prossimi 12 mesi rimangono attenuate rispetto agli standard storici, con le aziende che hanno espresso preoccupazioni sulle prospettive a breve termine e sulle pressioni inflazionistiche. I dati PMI hanno infatti mostrato come il settore manifatturiero stia attualmente avendo difficoltà mentre l’anno volge al termine”.

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