S&P Global PMI®: l’attività economica dell’eurozona indica una contrazione per il secondo mese consecutivo

 S&P Global PMI®: l’attività economica dell’eurozona indica una contrazione per il secondo mese consecutivo

Gli ultimi dati PMI® di agosto indicano un settore privato dell’eurozona in maggiore contrazione, con l’andamento del terziario unitosi a quello del manifatturiero nel registrare un calo della produzione mensile. I valori di declino sono stati particolarmente elevati nella più grande economia dell’eurozona, ovvero la Germania.

L’indebolimento dell’attività ha generalmente rispecchiato il calo della domanda, registrando a metà del terzo trimestre un tasso di riduzione dei nuovi ordini più rapido. L’occupazione ha continuato ad aumentare, ma ad un tasso più fiacco a causa del minore carico di lavoro e della contenuta fiducia economica.

Anche se è rimasto elevato, il tasso di inflazione dei costi e dei prezzi di vendita ha continuato a ridursi, dando un po’ di sollievo alle imprese.

L’Indice destagionalizzato S&P Global PMI® della Produzione Composita dell’Eurozona di agosto ha registrato un valore inferiore alla soglia di non cambiamento di 50.0 per il secondo mese consecutivo, scendendo a 48.9 da 49.9 di luglio. Anche se solo modesto, il tasso di contrazione di quest’ultima indagine è stato maggiore di quello di inizio terzo trimestre.

La generale riduzione della produzione di agosto riflette il declino dell’attività sia manifatturiera che terziaria, questi ultimi entrati in territorio di contrazione per la prima volta da marzo 2021. Ciò detto, la flessione del terziario è stata solo marginale e molto più debole rispetto al manifatturiero, dove si è registrato di nuovo un forte calo. Salgono dunque a tre i mesi consecutivi in cui la produzione manifatturiera indica un declino.

Il calo dell’attività è largamente dovuto al peggioramento delle condizioni della domanda, con forti pressioni inflazionistiche e timori associati al costo della vita che hanno portato i clienti a procrastinare l’attività di acquisto.

I dati PMI nazionali hanno identificato la Germania come causa principale del declino generale dell’attività dell’eurozona, vista la forte contrazione della produzione, la più elevata dalla prima ondata della pandemia da Covid-19. L’unica altra nazione che ha registrato un calo dell’attività a livello composito è stata l’Italia, dove la produzione ha indicato una contrazione per il secondo mese consecutivo, anche se quella di agosto è stata marginale. In Francia, Spagna e Irlanda, anche se la produzione ha continuato ad aumentare, i tassi di espansione sono stati solo modesti rallentando a valori più deboli in 17, sette e 18 mesi rispettivamente.

Ad agosto, i nuovi ordini dell’eurozona sono diminuiti per il secondo mese consecutivo e ad un tasso più forte, il più elevato da novembre 2020. Come per la produzione, entrambi i settori hanno rilevato una riduzione del flusso delle nuove commesse, con il manifatturiero che ha registrato la contrazione maggiore. Anche le esportazioni sono rimaste sotto pressione, con i nuovi ordini esteri, incluso il commercio intra-eurozona, in calo per il sesto mese consecutivo. La riduzione degli ordini destinati al mercato internazionale è stata infatti più rapida rispetto a quella dei nuovi ordini totali.

Nonostante il calo dell’attività e dei nuovi ordini, a metà del terzo trimestre le aziende dell’eurozona hanno di nuovo aumentato i loro organici, soprattutto al fine di ricostituire con grandi sforzi la loro capacità operativa dopo la pandemia. In ognuna delle nazioni sopracitate si è registrato un aumento dei livelli occupazionali. Detto ciò, il tasso generale di assunzione si è indebolito per il terzo mese consecutivo a causa del calo della domanda; infatti, l’ultimo aumento di agosto è stato il più lento da marzo 2021.

La combinazione tra la maggiore occupazione e il minore flusso di ordini ha permesso alle aziende di stare al passo con le esigenze produttive, diminuendo quindi il livello di commesse inevase per il secondo mese consecutivo.

Il tasso di inflazione dei costi ha continuato a rallentare dal record di serie dello scorso marzo, raggiungendo ad agosto il valore più lento in quasi un anno. Detto ciò, i prezzi di acquisto hanno continuato ad aumentare a un ritmo che, prima del picco attuale, non si era mai visto dall’inizio della serie nel 1998. Stesso dicasi per i prezzi di vendita, che hanno indicato un aumento più debole, ma tra i più forti di sempre. Tali andamenti sono stati osservati in entrambi i settori monitorati.

Le previsioni economiche sono rimaste storicamente deboli, nonostante il leggero miglioramento dell’ottimismo rispetto a luglio. Il manifatturiero ha mostrato una ripresa della fiducia rispetto al terziario, il cui ottimismo è sceso ai minimi da ottobre 2020.

S&P Global PMI® del Terziario dell’eurozona

L’Indice S&P Global PMI dell’Attività Terziaria dell’eurozona è sceso ad agosto a un valore inferiore alla soglia di non cambiamento di 50.0, concludendo una sequenza di crescita della produzione del settore durata 16 mesi. Da 51.2 di luglio, l’indice si è posizionato su 49.8, segnalando a metà del terzo trimestre un calo marginale dell’attività.

La contrazione dell’attività economica rispecchia gli ulteriori segnali di indebolimento della domanda, visto che il flusso delle commesse si è ridotto per il secondo mese consecutivo. Il tasso di contrazione dei nuovi ordini è stato modesto, ma accelerato al valore più rapido da febbraio 2021.

L’indebolimento della domanda ha anche intaccato la fiducia delle aziende sulle previsioni di attività nei prossimi 12 mesi. L’ottimismo è diminuito ad agosto per il quarto mese consecutivo, indicando il valore minore da ottobre 2020.

Le aziende terziarie dell’eurozona hanno continuato ad assumere, estendendo quindi l’attuale sequenza di creazione occupazionale a 19 mesi. Detto ciò, la crescita dei posti di lavoro di agosto ha indicato di nuovo una diminuzione segnando il valore più debole da maggio 2021.

Le pressioni Inflazionistiche hanno continuato a ridursi, restando però elevate. Sia i costi che i prezzi di vendita sono aumentati a tassi mai visti prima della pandemia, ma al ritmo più lento degli ultimi sei mesi.

Commento

Analizzando i dati finali del PMI Composito dell’eurozona, Chris Williamson, Chief Business Economist presso S&P Global Market Intelligence, ha dichiarato: “Un secondo mese di contrazione delle condizioni economiche dell’eurozona aumenta la probabilità di un declino del PIL di terzo trimestre. Ad agosto si è registrato un tasso di calo maggiore della produzione, con aziende e famiglie che hanno ridotto le spese, vista la recente impennata dell’inflazione e le crescenti incertezze sulle prospettive economiche future. Il declino sta inoltre assumendo maggiore ampiezza, con il terziario unitosi al manifatturiero nel mostrare una produzione in calo. Dopo aver guidato la spinta di crescita nei mesi precedenti, i servizi a diretto contatto con il pubblico quali viaggi, turismo e attività ricreative segnano ora una contrazione dell’attività, visto che il crescente costo della vita spinge le famiglie al taglio delle spese non essenziali. I servizi finanziari (incluse soprattutto le attività immobiliari) stanno nel frattempo accusando la pressione imposta dai maggiori tassi di interesse e i servizi industriali vedono i loro clienti manifatturieri ridurre le spese, mentre la domanda di beni si riduce. Anche se il tasso di contrazione generale è solo modesto, se paragonato al tasso trimestrale di calo del PIL di appena 0.1%, gli ultimi dati indicano un’economia che sta attraversando la fase più debole degli ultimi nove anni, escludendo i crolli registrati durante i picchi pandemici. Guardando avanti, la maggiore perdita di ordini di agosto suggerisce che a settembre il calo dell’attività potrebbe peggiorare, mentre le aziende stanno già riducendo le assunzioni viste le vendite inferiori alle aspettative, l’impennata dei costi e le preoccupazioni sulle prospettive di crescita futura. I prezzi di acquisto e di vendita delle aziende continuano a salire a ritmi mai visti prima della pandemia, evidenziando la persistenza di elevate pressioni inflazionistiche, ma l’ulteriore rallentamento dei tassi di crescita di agosto lascia intravedere almeno uno spiraglio di luce, che ci suggerisce che il picco dell’inflazione potrebbe essere già passato”.

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