S&P Global PMI®: peggiorano le condizioni del settore manifatturiero italiano a luglio

 S&P Global PMI®: peggiorano le condizioni del settore manifatturiero italiano a luglio

Gli ultimi dati PMI hanno mostrato che il settore manifatturiero italiano è entrato in territorio di contrazione nel mese di luglio. A causare il nuovo forte calo della produzione industriale è stato il calo più rapido di nuovi ordini dai tempi in cui le restrizioni anti COVID-19 furono più severe.

Inoltre, i deboli risultati di luglio si sono rispecchiati anche nelle aspettative fortemente ridimensionate sulle prospettive di produzione per i prossimi dodici mesi, dato che la fiducia delle imprese è risultata la terza più bassa mai registrata.

L’indice destagionalizzato S&P Global PMI® (Purchasing Managers’ Index®) del settore manifatturiero italiano è sceso dal 50.9 di giugno al 48.5 di luglio. Al di sotto della soglia di non cambiamento di 50.0, l’ultima lettura ha segnalato il primo deterioramento delle condizioni aziendali da giugno 2020.

Ciascuna delle cinque componenti dell’indice PMI principale ha avuto a luglio un impatto negativo su base mensile. Il freno maggiore è arrivato dall’indice di produzione dell’indagine, che è tornato in territorio di contrazione, con i dati raccolti che hanno indicato quanto la debole domanda e le continue pressioni sui costi abbiano colpito la produzione. Il tasso di calo è stato il più rapido da aprile 2020 e complessivamente forte.

Le condizioni della domanda di luglio si sono nel frattempo deteriorate per la terza volta in altrettanti mesi. In particolare, l’ultima contrazione del volume degli ordini è stata la più rapida in oltre due anni e notevole. L’evidenza aneddotica ha collegato il calo alla debolezza della domanda dei clienti, sia a livello nazionale che estero. In effetti, anche i nuovi ordini destinati all’esportazione sono diminuiti a luglio, e l’ultimo calo è stato il più forte in 26 mesi.

Anche i dati di luglio hanno evidenziato una fiducia modesta da parte delle imprese italiane produttrici di beni. Il livello di ottimismo è leggermente aumentato rispetto a giugno, ma è rimasto comunque tra i più bassi mai registrati. La debolezza della domanda, l’incertezza politica, la guerra in Ucraina e le aspettative di un peggioramento del quadro economico sono stati tutti motivi citati dagli intervistati per giustificare le prospettive non molto positive.

A luglio le imprese manifatturiere italiane hanno continuato ad assumere personale. Tuttavia, il tasso di creazione di posti di lavoro è stato il più lento degli ultimi 20 mesi e solo modesto, in parte rispecchiando il calo sostenuto e più rapido del lavoro inevaso.

In altri ambiti, a luglio i produttori hanno ridotto gli acquisti di fattori produttivi per il secondo mese consecutivo. Gli intervistati hanno attribuito la riduzione dell’attività di acquisto al calo delle esigenze di produzione. Il tasso di calo è stato elevato.

L’indebolimento degli acquisti dei fattori produttivi pare abbia parzialmente alleviato i problemi di approvvigionamento nel mese di luglio, registrando il minore allungamento dei tempi medi di consegna da novembre 2020.

Per quanto riguarda le giacenze, le scorte di acquisti sono aumentate solo in minima parte, attribuendone il rialzo agli sforzi di accumulo nei mesi precedenti e alla carenza di risorse che frena la produzione.

Le scorte di prodotti finiti sono invece aumentate moderatamente, in seguito a una domanda debole che ha lasciato i prodotti invenduti nei magazzini.

Qualche notizia positiva è arrivata sulle pressioni inflazionistiche, che a luglio si sono ulteriormente attenuate. I costi sostenuti dalle imprese italiane sono aumentati ad un ritmo più debole da dicembre 2020, ma nel complesso ancora sostenuto. I costi dei carburanti, dell’energia, dei materiali e dei trasporti sono stati tutti citati nelle evidenze aneddotiche come cause di inflazione nel mese di luglio.

I prezzi medi di vendita hanno comunque continuato ad aumentare in risposta ai maggiori costi, in quanto le aziende hanno cercato di trasferire gli aumenti ai clienti. Anche se storicamente elevato, il tasso di inflazione dei prezzi è stato il più basso da marzo 2021.

Commento

Lewis Cooper, Senior Economist di S&P Market Intelligence, ha dichiarato: “A luglio, il settore manifatturiero italiano ha affrontato nuove sfide, con un peggioramento della salute del settore per la prima volta da giugno 2020, a causa di un nuovo calo della produzione industriale e del più forte crollo dei nuovi ordini dall’apice delle misure di contenimento della pandemia da COVID-19 nell’aprile 2020. La performance più debole ha anche spinto le aziende a ridurre gli acquisti, il che ha contribuito a mitigare leggermente i problemi di approvvigionamento ma, tra le segnalazioni di vendite deboli, le scorte di prodotti finiti sono aumentate notevolmente. Il principale elemento positivo dei dati di luglio è stato l’allentamento delle pressioni inflazionistiche, anche se i tassi di inflazione dei costi e dei prezzi di vendita sono rimasti elevati rispetto agli standard storici. Il difficile contesto imprenditoriale, unito alle preoccupazioni per la guerra in Ucraina e alle prospettive economiche a breve termine, si è rispecchiato nel livello notevolmente basso di fiducia tra i produttori italiani di beni, con un sentimento tra i più deboli mai registrati.”

Partecipa alla discussione

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.