S&P Global PMI®: settore manifatturiero italiano ancora impantanato nella crisi a dicembre

 S&P Global PMI®: settore manifatturiero italiano ancora impantanato nella crisi a dicembre

Secondo gli ultimi dati PMI® il settore manifatturiero italiano a dicembre è rimasto impantanato nella crisi. La produzione è diminuita ulteriormente, anche se al ritmo minore dell’attuale sequenza di sei mesi, a causa di un’altra forte contrazione del volume degli ordini.

Una nota positiva è il rafforzamento della fiducia delle imprese, che ha raggiunto il massimo in sette mesi, con un ottimismo legato alle speranze di una ripresa della domanda e di nuovi investimenti.

L’indice destagionalizzato S&P Global PMI® (Purchasing Managers’ Index®) del settore manifatturiero italiano a dicembre si è attestato a 48.5, in lieve aumento dal 48.4 di novembre, indicando il sesto peggioramento consecutivo dello stato di salute del settore.

La forte flessione nell’ultimo mese del 2022 è stata determinata da un ulteriore calo sia della produzione che dei nuovi ordini. La produzione industriale è scesa per il sesto mese consecutivo, e questo è stato connesso dai partecipanti all’indagine alla debolezza della domanda. Il tasso di riduzione è stato comunque il più lento della sequenza citata e solo lieve.

Allo stesso tempo, i dati di dicembre hanno evidenziato un’altra forte contrazione del volume degli ordini ricevuti dai produttori di beni italiani, anche se il tasso di diminuzione è stato il più lento da maggio. I partecipanti all’indagine hanno citato la scarsa domanda dei clienti. Anche l’afflusso di nuovi lavori dall’estero è diminuito a dicembre, con un tasso di riduzione invariato rispetto al solido ritmo di novembre.

Altrove, i manifatturieri italiani hanno registrato un ulteriore calo dell’attività di acquisto nell’ultimo mese dell’anno. Secondo gli intervistati, le aziende hanno ridotto gli acquisti di fattori produttivi in risposta alla debolezza delle vendite. Il ritmo del calo è stato il più lento da settembre, ma comunque marcato.

Le scorte di pre-produzione sono di conseguenza diminuite per la seconda volta in tre mesi e in modo moderato nel complesso. I tempi di consegna dei fattori produttivi si sono comunque ulteriormente allungati, a causa delle segnalazioni di problemi di trasporto e di carenza di materiali, anche se i ritardi sono stati i meno gravi da settembre 2020.

Nel frattempo, le scorte di prodotti finiti sono diminuite per la prima volta da maggio, poiché a quanto pare le aziende stanno ottimizzando le scorte a causa dell’attuale clima economico. Tuttavia, il tasso di calo è stato solo lieve.

I dati di dicembre hanno inoltre evidenziato il persistere di segnali di capacità inutilizzata presso i produttori di beni italiani, come evidenziato dal settimo calo consecutivo degli arretrati di lavoro. Secondo le aziende partecipanti, il calo delle nuove attività ha permesso di indirizzare le risorse verso gli ordini inevasi. Il tasso di esaurimento degli arretrati è stato solido, ma il più basso da luglio.

A dicembre, tuttavia, i produttori di beni italiani hanno continuato ad assumere personale. L’ultimo aumento del numero di dipendenti è stato marginale, ma ha esteso l’attuale sequenza di creazione di posti di lavoro a 28 mesi.

Per quanto riguarda i prezzi, i costi affrontati dai produttori italiani sono aumentati ulteriormente a dicembre, prolungando l’attuale sequenza di inflazione iniziata a metà del 2020. L’energia, i materiali e gli imballaggi sono stati citati come i principali fattori di aumento. In particolare, il tasso di inflazione è stato il più contenuto dall’ottobre 2020.

In risposta all’aumento dei costi, nell’ultimo mese dell’anno le imprese hanno nuovamente aumentato i prezzi di vendita. Il tasso di aumento è stato il più lento in 22 mesi, ma è stato comunque significativo rispetto agli standard storici.

Infine, sono giunte notizie positive per quanto riguarda la fiducia delle imprese a dicembre, con le prospettive di produzione per il prossimo anno migliorate fino a raggiungere il massimo in sette mesi. L’ottimismo è stato attribuito alle speranze di ripresa dei mercati chiave, al miglioramento della domanda e ai nuovi investimenti.

Commento

Lewis Cooper, Economist di S&P Market Intelligence, ha dichiarato: “Il settore manifatturiero italiano è rimasto impantanato in una fase di contrazione nel mese di dicembre, con produzione e ordini ancora in diminuzione, anche se a ritmi più contenuti. In particolare, i dati hanno evidenziato una riduzione delle scorte sia di acquisti che di prodotti finiti per la prima volta da maggio, evidenziando gli sforzi in atto da parte delle imprese per ottimizzare le scorte in un contesto di debolezza economica. Qualche notizia positiva è arrivata per quanto riguarda la fiducia delle imprese, che si è rafforzata fino a raggiungere un massimo di sette mesi. Le aziende partecipanti hanno citato la speranza di una ripresa della domanda e gli investimenti previsti. Ciò detto, con il settore che ancora in territorio di contrazione nell’ultimo mese del 2022, i dati PMI lasciano intendere che ci sono ancora sfide da affrontare mentre inizia il 2023”.

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