S&P Global PMI® Settore Manifatturiero Italiano: solida crescita della produzione sostenuta dal dissiparsi dei problemi di fornitura e delle pressioni sui costi

 S&P Global PMI® Settore Manifatturiero Italiano: solida crescita della produzione sostenuta dal dissiparsi dei problemi di fornitura e delle pressioni sui costi

Le condizioni operative del settore manifatturiero italiano sono migliorate a marzo per il terzo mese consecutivo, grazie all’aumento della produzione, dei nuovi ordini e dell’occupazione. Tuttavia, a riprova della fragilità della recente ripresa, i volumi di vendita sono aumentati lievemente, poiché i clienti sono diventati sempre più esitanti e contrari a impegnarsi su nuovi contratti. Anche l’attività di acquisto è stata ridotta, mentre la minore domanda di fattori produttivi ha comportato un notevole allentamento dei problemi di fornitura.

La fiducia nel futuro si è rafforzata, raggiungendo il livello più alto in 18 mesi. Ciò riflette in parte il continuo rallentamento delle pressioni sui prezzi. Sia i costi dei fattori produttivi che i prezzi alla vendita sono stati segnalati come mediamente più bassi nel mese di marzo.

L’indice S&P Global PMI® (Purchasing Managers’ Index®) del settore manifatturiero italiano a marzo è rimasto al di sopra della soglia cruciale di 50.0, che separa la crescita dalla contrazione. Tuttavia, in discesa dal massimo in dieci anni di febbraio di 52.0, a un livello di 51.1, l’indice è stato coerente con un rallentamento della crescita.

La produzione ha continuato a crescere a marzo, estendendo l’attuale periodo di espansione a tre mesi. L’aumento della produzione è stato ancora una volta solido e poco variato rispetto al massimo in un anno di febbraio. Alcune aziende manifatturiere hanno riferito che l’aumento delle vendite ha contribuito all’incremento della produzione, sebbene la crescita sia stata sostenuta anche dallo smaltimento del lavoro inevaso e dall’incremento delle scorte. Gli ultimi dati hanno mostrato che gli ordini in fase di lavorazione sono diminuiti nella misura più marcata dallo scorso ottobre, mentre le giacenze di prodotti finiti sono aumentate marginalmente per la prima volta in cinque mesi.

In un contesto di aumento dei tassi d’interesse e di incertezza macroeconomica globale, i partecipanti hanno riferito che l’esitazione dei clienti e la riluttanza a impegnarsi in nuove vendite hanno limitato le acquisizioni di nuovi ordini a marzo. Nel complesso, le vendite sono aumentate marginalmente dopo un mese di simili crescite a febbraio. Secondo gli intervistati, una fonte fondamentale dell’aumento delle vendite complessive a marzo sono stati nuovi ordini destinati all’esportazione, che hanno infatti mostrato un lieve aumento per la prima volta in quasi un anno.

Le vendite deludenti hanno fatto sì che le aziende mantenessero un approccio cauto rispetto agli acquisti, che a marzo si sono ridotti per il decimo mese consecutivo. Le aziende hanno segnalato che l’ultima riduzione degli acquisti riflette in parte una preferenza per l’utilizzo delle scorte. Gli ultimi dati hanno mostrato che le scorte di beni produttivi non sono cresciute, ma sono rimaste invariate dopo una sequenza di tre mesi di esaurimento.

Le aziende si sono dimostrate più fiduciose nelle loro attività di assunzione, con un aumento dell’occupazione registrato ancora una volta nel mese di marzo. La crescita è stata registrata ininterrottamente su base mensile per oltre due anni e mezzo, e l’ultimo aumento è stato il migliore registrato in oltre un anno. Le assunzioni riflettono in parte le crescenti aspettative di produzione dei prossimi 12 mesi. Le aziende sperano ampiamente che le vendite aumentino, dato che l’attività di mercato continua a normalizzarsi dopo un prolungato periodo di interruzione dall’inizio della pandemia Covid-19.

La maggiore fiducia nelle prospettive riflette anche l’evidenza che le sfide che hanno perturbato i mercati dei prodotti dall’inizio della pandemia continuano a indebolirsi. Le restrizioni della fornitura si sono notevolmente affievolite nel mese di marzo, come dimostra il primo, notevole miglioramento dei tempi di consegna dei fornitori in oltre tre anni. I partecipanti all’indagine hanno riferito di una migliore disponibilità di prodotti a fronte di un calo della domanda.

Questi sviluppi hanno contribuito a ridurre i prezzi dei fattori produttivi, soprattutto per le materie prime. Sono state segnalate anche riduzioni dei costi dell’energia. Nel complesso, il calo dei costi dei fattori di produzione è stato marcato e il più forte da giugno 2020. Ciò ha incoraggiato le imprese ad abbassare i prezzi applicati mentre i costi di produzione sono leggermente diminuiti a marzo per la prima volta da ottobre 2020.

Commento

Paul Smith, Economics Director di S&P Market Intelligence, ha dichiarato: “Nel complesso, gli ultimi dati PMI hanno fornito un aggiornamento positivo sullo stato di salute del settore manifatturiero italiano. Ancora una volta la produzione è aumentata considerevolmente, mentre si è registrato un notevole allentamento dei problemi di fornitura e delle pressioni sui prezzi, due fattori che avevano dominato la prestazione del settore dall’inizio della pandemia nel 2020. La fiducia nelle prospettive sta migliorando e le imprese continuano ad assumere personale. Detto questo, la ripresa rimane fragile, con una crescita dei nuovi ordini che a marzo è rimasta debole a causa delle segnalazioni di esitazione da parte dei clienti a impegnarsi in nuove attività, in un contesto di inasprimento della politica monetaria e di incertezza del contesto macroeconomico”.

Foto di Christopher Burns su Unsplash

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