S&P Global PMI®: si stabilizza a febbraio la produzione manifatturiera dell’area euro, con i tempi medi di consegna che osservano il miglioramento più rapido dal 2009

 S&P Global PMI®: si stabilizza a febbraio la produzione manifatturiera dell’area euro, con i tempi medi di consegna che osservano il miglioramento più rapido dal 2009

A febbraio il volume della produzione manifatturiera dell’area euro si è generalmente stabilizzato, ponendo fine alla sequenza di contrazione di otto mesi. Le aziende manifatturiere in Italia, Grecia e Spagna hanno supportato maggiormente la produzione manifatturiera dell’eurozona.

Secondo le aziende campione, i minori ostacoli sui fornitori e la migliore disponibilità di materie prime hanno ridotto lo stress sui programmi di produzione. I tempi medi di consegna, infatti, si sono accorciati al livello massimo da maggio 2009. La pressione sui costi sostenuti dalle aziende manifatturiere, di conseguenza, è diminuita ancora una volta notevolmente, con il tasso di inflazione dei prezzi di acquisto in marginale rallentamento sino a raggiungere il livello più debole in quasi due anni e mezzo.

Raggiungendo a febbraio 48.5, l’indice S&P Global PMI® per il Settore Manifatturiero dell’Eurozona è diminuito leggermente da 48.8 di inizio anno. L’indice è stato trascinato in basso dal sottoindice dei tempi medi di consegna dei fornitori, che ha mostrato un considerevole rallentamento della pressione sui fornitori (e di solito indicativo di un peggioramento delle condizioni operative del settore manifatturiero) e dalle giacenze degli acquisti, che hanno segnalato il maggiore declino delle giacenze di materie prime e semilavorati da maggio 2021.

Messi assieme questi due fattori controbilanciano l’influenza positiva che gli indici della produzione, dei nuovi ordini e dei livelli occupazionali hanno avuto su quello principale.

Tra le otto nazioni monitorate dall’indagine (che rappresentano approssimativamente l’89% dell’attività manifatturiera totale), quattro hanno registrato indici PMI manifatturieri in espansione. I produttori manifatturieri italiani hanno registrato a febbraio il miglioramento più veloce delle condizioni operative, con il rispettivo PMI in salita al livello maggiore in dieci mesi. La Grecia ha riportato una simile crescita, mentre l’Irlanda e la Spagna hanno segnalato un marginale miglioramento mensile. I paesi centrali dell’eurozona, Germania e Francia, hanno osservato i loro PMI sempre più inferiori della soglia neutra di non cambiamento di 50.0.

Classifica PMI® Manifatturiero per paese di febbraio

Italia52.0massimo in 10 mesi
Grecia51.7massimo in 9 mesi
Irlanda51.3massimo in 4 mesi
Spagna50.7massimo in 8 mesi
Paesi Bassi48.7minimo in 2 mesi
Francia47.4 (flash: 47.9)minimo in 4 mesi
Austria47.1minimo in 3 mesi
Germania46.3 (flash: 46.5)minimo in 3 mesi

Gli ultimi dati a metà del primo trimestre hanno segnalato una stabilizzazione della produzione manifatturiera dell’eurozona, e pongono fine alla sequenza di calo di otto mesi. Secondo le aziende monitorate dall’indagine, la maggiore disponibilità delle materie prime, in parte causata dalle consegne più veloci da parte dei fornitori, ha supportato i piani produttivi. I tempi medi di consegna dei fornitori, infatti, si sono accorciati a febbraio al livello maggiore da maggio 2009.

Le deboli condizioni della domanda hanno tuttavia continuato a pesare sulla produzione manifatturiera. I nuovi ordini sono diminuiti per il decimo mese consecutivo, e l’inflazione, assieme alla generale incertezza economica, ha influenzato la prestazione delle vendite. A febbraio, un notevole e forte traino per la domanda arriva dal mercato internazionale, così come evidenziato dal declino più veloce degli ordini esteri, incluso il commercio intra eurozona.

Con un miglioramento delle condizioni della catena di distribuzione e i nuovi ordini in contrazione, i manifatturieri della zona euro hanno ridotto a febbraio sia i loro acquisti che le giacenze delle materie prime e dei semilavorati. Le giacenze dei fattori produttivi sono diminuite per la prima volta da settembre del 2021, con le imprese che hanno intensificato i loro sforzi per utilizzare le scorte di sicurezza.

A febbraio, la minore pressione sui prezzi ha inoltre ridotto il bisogno delle aziende di tenere giacenze in eccesso. Gli ultimi dati hanno infatti mostrato l’ennesimo elevato rallentamento dell’inflazione dei prezzi di acquisto sostenuti dalle imprese manifatturiere. In generale i prezzi di acquisto sono aumentati leggermente e al livello più debole da settembre 2020.

L’inflazione dei prezzi di vendita si è rivelata però più solida, con un tasso di crescita rimasto elevato e ben al di sopra della media a lungo termine. Questo nonostante i prezzi di vendita siano aumentati al livello più basso in due anni.

Guardando al futuro, i manifatturieri della zona euro sono rimasti leggermente più ottimisti riguardo alla previsione dell’attività dell’anno prossimo rispetto a gennaio. Le aspettative sulla produzione futura sono risultate le più ottimistiche dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di circa un anno fa.

L’aspettativa più positiva è stata supportata da un altro mese di assunzione del personale, aumentato a febbraio moderatamente al tasso più veloce in quattro mesi. I maggiori livelli del personale, in aggiunta al nuovo calo dei nuovi ordini ricevuti, hanno causato a febbraio il nono crollo consecutivo del livello del lavoro inevaso.

Commento

Chris Williamson, Chief Business Economist presso S&P Global Market Intelligence, ha dichiarato: “La marginale espansione della produzione dei manifatturieri dell’eurozona di febbraio è una buona notizia in quanto rappresenta il primo aumento dallo scorso maggio e l’ennesimo miglioramento della tendenza di fondo dai minimi osservati lo scorso ottobre. L’immagine più positiva riguardante la produzione prima di tutto riflette il miglioramento generale della catena di distribuzione, con le consegne dei beni alle fabbriche in accelerazione ad un livello che mediamente non era stato osservato dal 2009. Le attenuazioni delle carenze di fornitura e dei ritardi hanno favorito la maggiore produzione, permettendo alle imprese di concentrarsi sul lavoro inevaso accumulato durante la pandemia. Sfortunatamente l’afflusso dei nuovi ordini ha continuato a ridursi ad un tasso elevato, riflettendo la persistente debolezza della domanda, causata dal basso livello di spesa da parte dei clienti. Anche la politica di riduzione delle giacenze ha causato il crollo della domanda per i beni manifatturieri. Per una crescita della produzione duratura, la domanda dovrà quindi necessariamente aumentare ancora nei prossimi mesi, smettendo quindi di contare sul lavoro inevaso. Allo stesso tempo, la combinazione tra la migliore fornitura e la debolezza sostenuta della domanda, così come i minori prezzi energetici, sta aiutando la forte riduzione della pressione inflazionistica. A febbraio, le materie prime stanno infatti aumentando in maniera irrilevante, segnalando il più lento tasso di crescita in circa due anni e mezzo. Malgrado i prezzi di vendita continuino ad aumentare notevolmente, anche se al tasso di incremento rallentato al livello minimo in due anni, questo in parte riflette il solito effetto ritardato del cambiamento dei costi che agisce sui prezzi di vendita”.

Partecipa alla discussione

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.