Nel 2025 le spese obbligate – ovvero quelle legate a beni e servizi di cui le famiglie non possono fare a meno, come casa, energia, bollette, sanità, trasporti e assicurazioni – continuano a erodere quote crescenti dei bilanci familiari, arrivando a rappresentare il 42,2% della spesa totale, con un aumento di 5,2 punti rispetto al 1995. Una dinamica, ormai strutturale, che riduce sempre di più l’area delle scelte libere di consumo, limitando il potenziale di crescita dell’economia legata alla domanda interna.
In termini ‘monetari’, a fronte di una spesa pro capite complessiva di 22.114 euro nel 2025, oltre 9.300 euro sono assorbiti da spese non comprimibili. Tra queste, l’abitazione si conferma il capitolo principale, con una media annua di 5.171 euro (+109 euro rispetto al 2024), seguono assicurazioni e carburanti (2.151 euro) e l’energia (1.651 euro). A rendere sempre più gravoso il peso delle spese obbligate è la dinamica dei prezzi: dal 1995 ad oggi, il loro indice è cresciuto del 132%, più del doppio rispetto a quello dei beni commercializzabili (+55%). In particolare, l’energia – nonostante il rallentamento del 2025 – ha visto i suoi prezzi aumentare del 178% in trent’anni.
Sul versante dei commercializzabili, invece, se da un lato i servizi (come ristorazione, turismo, tempo libero) mostrano segnali di recupero (+134 euro pro capite), dall’altro i beni tradizionali (alimentari inclusi) registrano un’ulteriore flessione (-57 euro). Una tendenza che, insieme alla riduzione demografica e al cambiamento delle abitudini di consumo, richiede attenzione: per rilanciare la domanda interna, è necessario rimuovere gli ostacoli che comprimono la libertà di spesa, a partire dal contenimento dei costi fissi e dalla tutela del potere d’acquisto.
Questi, in sintesi, i principali risultati dell’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio sulle spese obbligate delle famiglie italiane nel periodo 1995–2025 (qui il testo integrale).
Le spese obbligate
L’aggiornamento al 2025 della scomposizione dei consumi delle famiglie tra spese obbligate e spese commercializzabili è rappresentato dalla figura 1.
Fig. 1 – Spese obbligate e commercializzabili
composizione % in valore
Elaborazioni e previsioni USC su dati Istat.
Il dato che emerge dall’analisi di lungo periodo, confermato anche dalle stime per il 2025, non si discosta nella sostanza da quanto rilevato nei precedenti approfondimenti: i consumi obbligati hanno progressivamente assorbito una quota crescente della spesa delle famiglie rendendo sempre meno ampia la parte lasciata ai beni e ai servizi commercializzabili. In trent’anni, infatti, la quota di consumo ad essi destinata è passata dal 37% al 42,2% (fig. 1).
La parallela compressione della quota destinata al consumo di beni e servizi commercializzabili (nel 2025 si stima un’incidenza complessiva del 57,8%), vale a dire quelli il cui acquisto è legato a scelte e preferenze personali e familiari, sottende a sua volta dinamiche articolate. La spesa per i servizi commercializzabili, che aveva registrato un deciso arretramento nel 2020, è tornata, nei periodi più recenti, ad aumentare in misura più significativa rispetto agli altri consumi ed è stimata attestarsi nel 2025 al 20,8%. Quota che risulta ancora inferiore al 21,3% raggiunto nel 2019. Per contro i beni commercializzabili dovrebbero vedere nell’anno in corso un’ulteriore riduzione dell’incidenza attestandosi al 36,9%.
I dati espressi nella figura 1 sono rappresentativi sia delle quantità sia dei prezzi riflettendo l’evoluzione nel tempo di entrambe le componenti. Vanno anche considerati gli importanti mutamenti demografici intervenuti nell’arco temporale oggetto d’osservazione. Oltre all’invecchiamento della popolazione, che ne ha mutato le esigenze e le preferenze in materia di consumi, a partire dal 2015 il numero di residenti in Italia ha mostrato una progressiva riduzione (nella media del 2025 il calo rispetto al picco del 2014 dovrebbe approssimarsi a 1,4 milioni) fornendo un inevitabile contributo negativo allo sviluppo della domanda.
Per cercare di sterilizzare, sia pure parzialmente, il possibile effetto prezzo e calo demografico sulle dinamiche evidenziate dalla figura 1 si sono riportati i dati a volume (espressi ai prezzi 2025) alla popolazione residente (tabella 1).
Tab. 1 – Consumi obbligati e commercializzabili pro capite
euro 2025 e composizione %
valori a prezzi 2025 (euro) | var. ass | ||||||
1995 | 2007 | 2019 | 2024 | 2025 | 2025-2024 | 2025-2019 | |
Obbligati e affitti imputati | 8.865 | 9.335 | 8.998 | 9.180 | 9.343 | 163 | 345 |
-abitazione | 4.676 | 4.986 | 5.040 | 5.063 | 5.171 | 109 | 132 |
-sanità | 568 | 639 | 702 | 753 | 752 | -2 | 50 |
-assicurazioni, carburanti, altro | 2.467 | 2.657 | 2.030 | 2.116 | 2.151 | 35 | 120 |
-altro (*) | 1.170 | 1.078 | 1.234 | 1.248 | 1.269 | 21 | 35 |
Energia, gas e carburanti (**) | 2.738 | 2.718 | 1.765 | 1.620 | 1.651 | 31 | -114 |
Commercializzabili | 10.631 | 12.985 | 12.476 | 12.695 | 12.771 | 76 | 295 |
Beni | 7.236 | 8.553 | 7.918 | 8.228 | 8.171 | -57 | 253 |
– alimentari (***) | 3.577 | 3.831 | 3.476 | 3.413 | 3.395 | -17 | -81 |
Servizi | 3.363 | 4.423 | 4.560 | 4.466 | 4.600 | 134 | 40 |
TOTALE CONSUMI | 19.322 | 22.334 | 21.481 | 21.875 | 22.114 | 239 | 633 |
composizione % prezzi correnti | |||||||
1995 | 2007 | 2019 | 2024 | 2025 | |||
Obbligati e affitti imputati | 37,0 | 39,7 | 41,2 | 41,9 | 42,2 | ||
-abitazione | 18,1 | 20,8 | 23,3 | 23,0 | 23,4 | ||
-sanità | 3,2 | 3,0 | 3,6 | 3,4 | 3,4 | ||
-assicurazioni, carburanti, altro | 10,0 | 10,8 | 9,7 | 9,8 | 9,7 | ||
-altro (*) | 5,7 | 5,1 | 4,6 | 5,8 | 5,7 | ||
Energia, gas e carburanti (**) | 9,5 | 8,9 | 7,5 | 7,6 | 7,5 | ||
Commercializzabili | 63,0 | 60,3 | 58,8 | 58,1 | 57,8 | ||
Beni | 45,1 | 40,3 | 37,5 | 37,8 | 36,9 | ||
– alimentari (***) | 17,6 | 15,1 | 14,9 | 15,5 | 15,4 | ||
Servizi | 17,9 | 20,0 | 21,3 | 20,3 | 20,8 | ||
TOTALE CONSUMI | 100,0 | 100,0 | 100,0 | 100,0 | 100,0 |
I risultati, pur mostrando dinamiche nel lungo periodo in linea con le evidenze emerse dai valori complessivi utilizzati nella figura 1, appaiono decisamente più sfumati e segnalano come gran parte dei cambiamenti, in termini di spostamento dei volumi tra obbligati e commercializzabili si sia rilevato tra il 1995 ed il 2007. Elemento che fa emergere il ruolo dei prezzi nel determinare gli andamenti a valore. Altro fattore che spicca è il sostanziale immobilismo dei volumi acquistati per abitante, con una spesa, ai prezzi del 2025, che nell’anno in corso sarà ancora inferiore di circa 200 euro a quella del 2007 nonostante gli apprezzabili miglioramenti degli ultimi anni.
Analizzando più nel dettaglio le voci riportate nella tabella 1 si conferma il ruolo preponderante delle spese per l’abitazione, i cui volumi per abitante sono in continua crescita ed ammontano, ai prezzi attuali, a poco meno di 5mila e duecento euro l’anno (in aumento nel solo 2025 di 109 euro).
Dinamiche più recenti evidenziano come per i beni commmercializzabili il miglioramento degli ultimi anni, guidato in buona parte dalle apparecchiature informatiche e per le comunicazioni, si vada esaurendo, con una stima per il 2025 di riduzione dei volumi acquistati di 57 euro per abitante. In questo contesto le maggiori difficoltà si confermano quelle relative ai beni più tradizionali come l’alimentare.
Per l’anno in corso i miglioramenti più significativi, in termini di volumi, sono attesi per i servizi commercializzabili per i quali si stima una crescita delle quantità acquistate di 134 euro per residente. Dato che permetterebbe di tornare, e superare di poco, i livelli del 2019.
I prezzi dei consumi obbligati
Come sottolineato in precedenza i prezzi hanno assunto in tutto il periodo in esame, un ruolo fondamentale nel determinare lo spostamento di quote di spesa dai commercializzabili verso gli obbligati.
Nella tabella 2 e nella figura 2 sono rappresentate le dinamiche del deflatore dei consumi degli obbligati e dei beni e servizi commercializzabili nel periodo 1995-2025.
Tab. 2 – Deflatori dei consumi
Indice base 1995 | Variazioni % | |||||||
2000 | 2007 | 2019 | 2024 | 2025 | 2019-1995 | 2025-2019 | 2025-1995 | |
Spese obbligate (inclusi fitti imputati) | 122,4 | 160,8 | 194,1 | 228,0 | 232,1 | 94,1 | 19,6 | 132,1 |
Energia, gas e carburanti | 116,0 | 148,5 | 217,1 | 282,2 | 278,3 | 117,1 | 28,2 | 178,3 |
Beni commercializzabili | 107,5 | 119,3 | 134,1 | 153,2 | 155,2 | 34,1 | 15,8 | 55,2 |
Servizi commercializzabili | 112,2 | 133,7 | 154,9 | 177,4 | 181,4 | 54,9 | 17,1 | 81,4 |
Totale Consumi | 113,6 | 136,5 | 158,9 | 183,8 | 187,0 | 58,9 | 17,7 | 87,0 |
Le dinamiche di lungo periodo, e non solo, fanno emergere ancora una volta come i prezzi dei consumi a cui le famiglie non possono rinunciare, si siano mossi ad una velocità nettamente superiore rispetto ai beni e servizi commercializzabili. Tra il 1995 ed il 2025 l’incremento complessivo è stato del 132,1 a fronte di una crescita del 55,2% dei beni commercializzabili e dell’81,4% dei servizi il cui acquisto è da considerarsi una libera scelta delle famiglie.
Tra le spese obbligate continua a spiccare il ruolo degli energetici che, nonostante l’attesa di una riduzione dei prezzi nel 2025, hanno visto il deflatore aumentare del 178,3% nel periodo.
Dalla figura 2 emerge anche come in tutte le fasi i prezzi delle spese obbligate siano stati più dinamici, amplificando le spinte inflazionistiche e attenuando le tendenze al rallentamento.
Fig. 2 – Dinamica dei prezzi (deflatori, 1995=100)
Elaborazioni e previsioni USC su dati Istat.
Al di là dell’impatto che questi andamenti hanno sui comportamenti reali delle famiglie, se devo spendere di più per acquistare la stessa quantità di beni e servizi necessari ridurrò la quota destinata ad altri consumi nel caso in cui il reddito disponibile non cresca nella stessa misura, non vanno sottovalutati gli effetti in termini di aspettative.
Trent’anni in cui l’inflazione di questi beni e servizi il cui acquisto è considerato obbligato è aumentata a ritmi sostenuti spingono le famiglie a guardare con una certa diffidenza al futuro portandole a comportamenti più che prudenti nei confronti di quei consumi ritenuti meno necessari. Dato che si traduce non solo in una minore crescita del sistema, ma molto spesso impatta anche sulla situazione di benessere e di soddisfazione dei cittadini.
Categorie e gruppi di spesa che costituiscono gli aggregati dei consumi obbligati e dei consumi commercializzabili: consumi obbligati e affitti imputati – fitti effettivi, fitti imputati, manutenzione, sicurezza e riparazione dell’abitazione, acqua e altri servizi per l’abitazione, energia elettrica, gas ed altri combustibili, sanità, spese d’esercizio dei mezzi di trasporto esclusi i combustibili, combustibili e lubrificanti, assicurazioni, protezione sociale, servizi finanziari, altri servizi n.a.c.; consumi commercializzabili – beni: alimentari, bevande alcoliche e non alcoliche, tabacco, vestiario e calzature, mobili elettrodomestici e manutenzione ordinaria della casa, acquisto veicoli, apparecchiature informatiche e di comunicazione, beni durevoli per la ricreazione, altri beni per la ricreazione, beni culturali, fiori, piante ed animali domestici, libri, giornali ed articoli di cancelleria, apparecchi, articoli e prodotti per la cura della persona, effetti personali n.a.c.; servizi: servizi di trasporto passeggeri, servizi di trasporto (consegna merci) e servizi postali, servizi di informazione e comunicazione, software ad esclusione dei giochi, servizi ricreativi e culturali, vacanze tutto compreso, pubblici esercizi, servizi alberghieri ed alloggiativi, barbieri, parrucchieri e saloni e altri servizi per la persona, istruzione, servizi domestici (e di baby-sitter) e per l’igiene della casa.