STUDI CONFARTIGIANATO – 56% made in Italy ad alta intensità di design. Maggiore vocazione in Marche, Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Piemonte

 STUDI CONFARTIGIANATO – 56% made in Italy ad alta intensità di design. Maggiore vocazione in Marche, Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Piemonte

Il disegno del prodotto costituisce un fattore competitivo strategico dell’offerta manifatturiera italiana e l’analisi dell’Ufficio Studi, a firma di Enrico Quintavalle, pubblicata nell’ultimo numero di Spirito Artigiano ha delineato la sua diffusione nella produzione del made in Italy, nella quale l’intreccio della materialità del prodotto con elementi immateriali si concretizza in una ampia gamma di oggetti dell’artigianato artistico.

L’ibridazione tra design e manifattura: i prodotti –  L’analisi dell’Ufficio Studi, che si basa sulla propensione settoriale all’innovazione mediante il design calcolata utilizzando i dati dell’ultimo censimento permanente delle imprese dell’Istat, delinea una moltitudine di beni il cui design ne caratterizza il percorso innovativo e lo standard qualitativo: si tratta di prodotti della tessitura, tappeti e capi di abbigliamento, carta, lavorazione del vetro, realizzazioni in ceramica, prodotti in gesso per l’edilizia, metalli preziosi, contenitori in metallo per caldaie, armi sportive, coltelleria e posateria, serrature, prodotti di elettronica di consumo audio e video, strumenti e apparecchi di misurazione, prova e navigazione, orologi, lampade e apparecchi di illuminazione, elettrodomestici e apparecchi per uso domestico, macchine per l’industria alimentare e delle bevande, macchine per le imprese della moda, autoveicoli, navi e imbarcazioni da diporto, aeromobili, motocicli, biciclette, gioielleria e oreficeria, bigiotteria, strumenti musicali, articoli sportivi, giochi e giocattoli e mobili.

Il design al Salone del Mobile di Milano – E proprio per quest’ultimo prodotto, questa settimana è in corso a Milano il Salone Internazionale del Mobile, evento che celebra la contaminazione di design, progettazione e produzione del made in Italy, in occasione del quale l’Ufficio Studi di Confartigianato ha pubblicato una  analisi dedicata al comparto del legno e mobile predisposta in collaborazione con l’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia.

Le filiere ad elevata intensità di design – Sulla base dell’indicatore utilizzato si delineano quattordici filiere del made in Italy ad elevata contaminazione del design: moda, bevande, legno e mobili, gomma e materie plastiche, vetro, ceramica, computer, elettronica e apparecchiature elettriche, macchinari, autoveicoli, altri mezzi trasporto e altre manifatturiere tra cui gioielleria e occhialeria. In questo perimetro settoriale si contano 187mila imprese, con una elevata vocazione artigiana, misurata da 114mila imprese artigiane che rappresentano il 61% del totale. Tra i 2,1 milioni di addetti nei settori ad elevata intensità di design, quasi la metà dell’occupazione, pari a 984mila addetti, lavora in 181mila micro e piccole imprese a valore artigiano. La maggiore presenza dell’artigianato e delle micro e piccole imprese si riscontra in settori del made in Italy che hanno connotato la storia e il patrimonio culturale dell’Italia: prodotti in legno, i mobili, la moda – tessile, abbigliamento e pelle – il vetro e la ceramica, la gioielleria e l’occhialeria.

L’intreccio tra design e manifattura sul territorio – In questa nota proponiamo per la prima volta una analisi della distribuzione del territorio delle imprese manifatturiere ad elevata intensità di design, i cui addetti rappresentano il 12,4% degli addetti del totale economia. Tra le regioni si osservano le incidenze maggiori per Marche con il 22,1%, Friuli-Venezia Giulia con il 19,2%, Veneto con il 19,2% e Piemonte con il 19,0%. Tra le province si rileva una quota pari ad almeno un quinto a Prato (40,5%), Fermo (37,1%), Belluno (33,0%), Pordenone (29,5%), Vicenza (27,5%), Biella (26,1%), Treviso (25,4%), Arezzo (24,8%), Modena (24,0%), Pesaro e Urbino (24,0%), Macerata (22,5%), Varese (21,5%), Pisa (21,2%), Reggio Emilia (21,2%), Chieti (21,1%), Mantova (20,1%) e Torino (20,1%).

Il quadro per regione e provincia delle imprese totali, micro e piccole imprese (MPI), imprese artigiane e relativi addetti dei settori ad elevata intensità di design e delle imprese e addetti delle attività di design specializzato ed il quadro nazionale delle entrate di disegnatori con dettaglio di difficoltà di reperimento è proposto nella Appendice statistica “I settori ad elevata intensità di design e l’offerta di design per territorio”Qui per scaricarla in ‘Studi e Ricerche’.

Il design e leadership del made in Italy – Nelle 14 filiere esaminate in questa nota si concentra più di metà (56%) delle esportazioni del made in Italy, che nel 2022 è salito a circa 350 miliardi di euro, il 18,3% del PIL. Su alcuni segmenti di produzione caratterizzata dal design l’Italia è leader europeo, essendo il primo esportatore tra i 27 paesi dell’Unione europea di gioielleria, navi e imbarcazioni da diporto, macchine per l’alimentazione, apparecchi per uso domestico non elettrici, piastrelle in ceramica per pavimenti e rivestimenti e i prodotti della moda come le calzature e i prodotti in pelle, quelli di abbigliamento, le pellicce, la maglieria e i prodotti della tessitura.

L’offerta di design – La vasta domanda di design determinata dalla considerevole produzione di beni, venduta in tutto il mondo, stimola l’offerta di 8.119 unità locali di imprese specializzate nell’attività di design, che danno lavoro a 17.183 addetti: si tratta di fashion design principalmente connesso a moda, gioielli, mobili e arredamento e di design industriale comprensivo delle attività di ideazione e sviluppo di progetti e specifiche tecniche necessarie per facilitare l’uso, accrescere il valore, migliorare l’estetica dei prodotti nonché della definizione e scelta di materiali, meccanismi di funzionamento, forme, colori, rifiniture esterne, tutte attività che possono essere svolte anche tenendo conto di bisogni umani, sicurezza, interesse del mercato ed efficienza in produzione, distribuzione, utilizzo e manutenzione.

A tali attività core di design si affiancano le attività dei disegnatori grafici che operano nello sviluppo di pagine web, nella grafica pubblicitaria o sono illustratori (16.939 imprese e 23.559 addetti), quelle dei disegnatori tecnici che riproducono cartamodelli (7.476 imprese e 9.742 addetti) e le altre attività di design, svolte principalmente dagli arredatori (4.564 imprese e 5.478 addetti): nel complesso le attività di design specializzate arrivano a contare 37.098 unità e 55.963 addetti. Le regioni che risultano più specializzate nell’attività di design sono territori export lead, come la Lombardia, il Piemonte, l’Emilia-Romagna, le Marche, la Provincia Autonoma di Bolzano e il Veneto. Aumentando il dettaglio territoriale, la maggiore vocazione al design si registra nelle province di Fermo, Como, Milano, Modena, Novara, Torino e Viterbo.

Difficili da reperire 6 disegnatori su 10 – Le competenze del capitale umano rappresentano un fattore chiave di successo per un’attività professionale che sta affrontando le sfide dell’applicazione dell’intelligenza artificiale generativa alla creazione di modelli di design industriale. L’analisi dei dati rilevati da Unioncamere-Anpal evidenzia che nel 2022 le imprese italiane indicano 22.280 entrate di disegnatori industriali. Per tutte le entrate hanno una elevata importanza le competenze digitali e nel 59,1% dei casi, pari a 13.160 unità, sono di difficile reperimento. Tale indicatore, tra le maggiori regioni, registra una maggiore accentuazione in Veneto (63,0%) e Piemonte (61,4%), mentre per l’inserimento di un potenziale designer servono mediamente 4,9 mesi di ricerca, contro una media di 3,9 mesi per le professioni tecniche.

Peso dei settori ad alta intensità di design per regione

Anno 2020. % addetti totale economia in imprese attive. Ateco 2007: 11, 13, 14, 15, 16, 22, 23, 26, 27, 28, 29, 30, 31 e 32 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

Le 45 province per peso dei settori ad alta intensità di design sopra alla media

Anno 2020. % addetti totale economia in imprese attive. Ateco 2007: 11, 13, 14, 15, 16, 22, 23, 26, 27, 28, 29, 30, 31 e 32 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Entrate di disegnatori industriali di difficile reperimento nelle regioni

Previsioni per il 2022. % su totale entrate della professione. Primo gruppo: regioni con oltre 700 entrate della professione – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-ANPAL, Sistema Informativo Excelsior

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