STUDI CONFARTIGIANATO – Aprile 2021, le aspettative delle imprese sul rialzo dei prezzi ai massimi dal 2011. L’Alert sulle commodities si allarga a macchia d’olio

 STUDI CONFARTIGIANATO – Aprile 2021, le aspettative delle imprese sul rialzo dei prezzi ai massimi dal 2011. L’Alert sulle commodities si allarga a macchia d’olio

L’analisi dei dati pubblicati questa settimana dall’Istat evidenzia ad aprile 2021 un ulteriore aumento delle attese sui prezzi delle imprese manifatturiere, con l’indicatore – saldo tra attese di aumento e diminuzione – che non registrava un valore così alto da marzo del 2011. Nel complesso il clima di fiducia delle imprese è in salita, ma le aspettative sui prezzi rischiano di frenare la ripresa.

Prosegue il rally dei prezzi – Secondo l’ultimo aggiornamento del Fondo Monetario Internazionale – pubblicato nel 12° report Covid-19 di Confartigianato – a marzo 2021 si osserva una crescita dei metalli di base del 65,7% su base annua e che rende ancora più allarmante il quadro delineato nella nostra precedente analisi. Nel dettaglio particolari tensioni si rilevano per minerale di ferro con il +88,1%, stagno con il +77,0%, rame con il +73,4% e cobalto con il +68,4%; seguono zinco con il +46,7%, nickel con il +38,5%, alluminio con il +36,0%, molibdeno con il +32,4%; relativamente meno tumultuosi si mostrano i prezzi dell’uranio con il +14,9% e del piombo con il +12,3%. Si registrano tensioni sui prezzi delle importazioni di minerali metalliferi: da settembre 2020 a gennaio 2021 i valori medi unitari salgono del 50,4%, quasi doppiando il +28,9% di un mese prima. Parallelamente preoccupano anche le commodities energetiche, i cui prezzi a marzo 2021 sfiorano il raddoppio (+93,6%) su base annua.

L’allarme delle imprese per la bolla dei prezzi delle commodities è stato espresso in una recente intervista su ‘Il Sole 24 Ore’ del Presidente Granelli e in una lettera inviata nelle scorse settimane da Confartigianato Meccanica al Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti.

Le concause della bolla – Con la pandemia si sono determinate strettoie di offerta nei paesi produttori, intrecciate con difficoltà nella logistica delle merci. Per i materiali e i prodotti per l’edilizia si osserva una maggiore tenuta della domanda anche nella fase di recessione, mentre i piani di stimolo fiscale stanno sostenendo la domanda di beni intermedi. Si sovrappongono determinanti specifiche per alcune commodities. Sull’aumento dei prezzi del rame, ad esempio, influisce l’accelerazione della domanda legata alla transizione green: si stima che i tre quarti della maggiore domanda di rame del 2021 sia determinato dalla produzione di veicoli elettrici e punti di ricarica; seguono il solare con il 18% e l’eolico con il 7%.

Estensione a macchia d’olio delle aspettative rialziste – Lo shock sulle commodities – innescato nel comparto dei metalli – si sta estendendo ad altri settori manifatturieri e all’edilizia. Il saldo delle attese sui prezzi registra i valori più alti per metallurgia con un valore di 48,3 e legno con 47,4; un saldo elevato anche per gomma e materie plastiche con 34,2, mobili con 32,9 autoveicoli, con 29,2 e prodotti in metallo con 26,9 e apparecchiature elettriche con 25,7. Anche nelle costruzioni le attese sui prezzi, che ritornano sui massimi di tredici anni prima (maggio 2008), penalizzano il comparto che sta registrando una maggiore resilienza in questa difficile fase del ciclo economico. All’opposto, la crisi della moda sta delineando il prevalere di attese deflazionistiche tra gli imprenditori del settore.

I rischi per la ripresa – L’attuale escalation dei prezzi – dopo la peggiore recessione, in tempi di pace, dall’Unità d’Italia – rischia di depotenziare una ripresa che rimane ancora fragile: a febbraio 2020 la dinamica congiunturale della produzione manifatturiera in Italia è positiva, dopo la crescita dei due mesi precedenti e anche nella media degli ultimi tre mesi la dinamica congiunturale risulta favorevole (+0,5%), anche se meno intesa della media dell’Eurozona (+2,6%).

Si riscalda l’inflazione al consumo – Secondo l’ultimo Bollettino della Bce il netto aumento dei prezzi delle materie prime dovrebbe determinare un incremento dei prezzi al consumo a livello mondiale, anche se temporaneo. A marzo 2021 nell’Eurozona i prezzi al consumo salgono all’1,7%, in Germania raggiungono il +2%, il limite oltre il quale si potrebbe invertire il segno espansivo della politica monetaria, con rialzi dei tassi di interesse che si ribalterebbero pericolosamente sulle imprese, ancora con forti tensioni di liquidità, e sui bilanci dei paesi con elevato debito pubblico, come l’Italia.

ATTESE SUI PREZZI DELLE IMPRESE MANIFATTURIERE E INDICE PREZZI MATERIE PRIME INDUSTRIALI NON ENERGETICHE

Gennaio 2005-aprile 2021, numero indice 2016=100 (sx) e saldo attese sui prezzi (dx) – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat e Fondo Monetario Internazionale

ATTESE SUI PREZZI DELLE IMPRESE DELLE COSTRUZIONI

Gennaio 2005-aprile 2021, saldo attese sui prezzi – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

TREND PREZZI ‘COMMODITIES’ ENERGETICHE E METALLI DI BASE* NEGLI ULTIMI DUE ANNI

Marzo 2019-marzo 2021. Variazioni percentuale tendenziale degli indici di prezzo in dollari base 2016 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Fondo Monetario Internazionale

 

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