STUDI CONFARTIGIANATO – Made in Italy, i segnali a inizio 2021. Export di MPI: i 53 casi territoriali in controtendenza nell’anno della pandemia

 STUDI CONFARTIGIANATO – Made in Italy, i segnali a inizio 2021. Export di MPI: i 53 casi territoriali in controtendenza nell’anno della pandemia

Per una pronta ripresa dell’economia italiana è necessaria la spinta della domanda estera. Secondo l’ultimo rapporto ICE – Prometeia, nel 2021 il volume delle importazioni mondiali di manufatti sale del 7,6%, con un’ulteriore crescita del 5,3% nel 2022. Dopo il calo del 13,8% del volume delle esportazioni totali registrato nel 2020, le recenti previsioni del DEF 2021 indicano per quest’anno un aumento delle vendite del made in Italy dell’8,2%, che si consolida con un aumento del 5,7% nel 2022; con l’ulteriore aumento del 3,9%, nel 2023 le esportazioni supereranno i livelli del 2019, precedenti allo scoppio della pandemia.

A inizio 2021 trend del made in Italy incerto, attese favorevoli – Nel primo scorcio del 2021 si colgono alcuni segnali, anche se ancora deboli, di ripresa: a febbraio l’export di beni registra un moderato aumento su base mensile (+0,3%), determinato dalle vendite verso i paesi dell’area Ue, mentre le stime preliminari di marzo 2021 indicano un aumento congiunturale del 2,5% dell’export nei paesi extra Ue 27.

Nel trimestre febbraio 2021-dicembre 2020 i volumi dei beni esportati in Italia salgono dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, in linea con Eurozona, segnando un ritardo rispetto a Stati Uniti (+2%) e Giappone (+3,2%), mentre traina la ripresa dell’export mondiale (+2,9%) le economie avanzate dell’Asia (escluso Giappone (+7,6%) e la Cina (+10,7%).

L’indagine qualitativa dell’Istat sulle imprese manifatturiere delinea una prospettiva di rafforzamento della domanda estera. Nel primo trimestre 2021 segnano un rialzo dei giudizi e delle attese sul fatturato estero delle imprese manifatturiere esportatrici (i primi con un saldo in salita da +0,3 a +4,2 e i secondi da +7,1 a +7,5), mentre ad aprile 2021 i giudizi sugli ordini dall’estero segnano il quinto incremento mensile consecutivo.

Export nei settori di MPI nel territorio nel 2020 – Il 2020 è stato un anno difficile per la manifattura italiana, nel quale si è perso il 10% di vendite all’estero. Risultato negativo più marcato per l’export nei settori di micro-piccola impresa – alimentari, moda, mobili, legno, metalli e altra manifattura – che nell’anno della pandemia segna una riduzione del 13,1%. Tra i settori di MPI si osserva una dinamica positiva solo per le vendite oltre confine di Prodotti alimentari (+2,7%); al contrario si rilevano contrazioni più accentuate dei ricavi esteri per i Prodotti moda, dall’occhialeria alle calzature: Prodotti delle altre industrie manifatturiere (-21,1%), Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili (-20,8%), Prodotti tessili (-19,7%) e Articoli di abbigliamento (-18,3%). In chiave territoriale nessuna tra le maggiori regioni segna un incremento dell’export di MPI mentre tra le province si rilevano performance positive a Salerno (+12,7%), Parma (+3,1%), Verona (+1,5%) e Bolzano (+0,1%).

I 53 casi in controtendenza – L’analisi territoriale, realizzata in collaborazione con l’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia e presentata nel webinar di presentazione del 12° report Covid-19, evidenzia che nonostante la diffusa dinamica negativa dell’export dei settori di micro-piccola impresa della moda, legno-arredo, metalli e altre manifatture, che comprendono gioielleria e occhialeria, si evidenziano alcune significative eccezioni. Vi sono 53 province in controtendenza con almeno una variazione positiva in uno dei quattro macrosettori di moda, legno-arredo, metalli e altra manifattura che a livello nazionale segnano una riduzione dell’export nel 2020: queste nicchie di settore-territorio pesano per il 9,6% dell’export complessivo dei quattro comparti in esame.

Tra le principali province, con una quota dell’export settoriale superiore all’1% – si rilevano trend di crescita delle vendite sui mercati esteri di Prodotti della moda (tessile, abbigliamento e calzature) per le province di Arezzo (+8,9%) e Verona (+8,1%); per Prodotti in legno e per l’arredo per le province di Forlì-Cesena (+13,6%), Piacenza (+10,0%) e Pesaro e Urbino (+1%); per i Metalli per le province di Treviso (+6,8%) e Bolzano (+3,1%) e per gli Altri prodotti manifatturieri per le province di Bologna (+12,1%), Roma (+9,4%),Torino (+9,3%) e Piacenza (+1%).

I dati per territorio sono disponibili in “Appendice statistica – Credito, Occupazione ed Export dei Settori di MPI – 12° report Covid-19”. Clicca qui per scaricarla.

TREND VOLUME ESPORTAZIONI PER AREE E MAGGIORI ECONOMIE

Var. % febbraio 2021-dicembre 2020 rispetto settembre-novembre 2020, dati destagionalizzati – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat e CPB

 

 

DINAMICA EXPORT SETTORI A MAGGIOR CONCENTRAZIONE DI MPI NELLE REGIONI ITALIANE

Var.% 2019-2020 – in azzurro prov. con peso su totale export < 1% – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

DINAMICA EXPORT SETTORI A MAGGIOR CONCENTRAZIONE DI MPI NELLE PRINCIPALI PROVINCE

Var.% 2019-2020 – province. con peso su totale export >1% – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

PROVINCE CON DINAMICHE POSITIVE EXPORT 2020 PRODOTTI MPI

Principali prov. per dinamiche positive vendite all’estero per tipologie di prod. Realizzate nei settori di MPI – var. %v 2019-2020 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

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