Sulle Camere di commercio “furore iconoclasta”


«Però io credo – prosegue Quintieri – che le associazioni farebbero male a non raccogliere lo spirito con il quale il governo ha lanciato la sua proposta. Se lo spirito è quello di una riforma delle CCIAA, di una ridefinizione delle loro funzioni nell’ottica di uno snellimento, di una revisione della loro efficienza ed economicità, noi siamo assolutamente d’accordo. Anzi sarebbe bene che proprio dalle CCIAA e dalle associazioni che le governano venisse da subito l’impulso per un progetto serio di autoriforma da sottoporre al governo. Solo in questo modo potremo essere ritenuti credibili quando affermiamo – e continueremo ad affermarlo anche in futuro perché ne siamo fermamente convinti – che la soppressione della CCIAA sarebbe una iattura per il sistema delle imprese e delle Pmi in modo particolare, che non potrebbe minimamente compensare i risparmi eventualmente conseguenti. Risparmi, peraltro, che potrebbero a nostro avviso essere perseguiti ugualmente, mantenendo in vita un ente che ha dimostrato nella sua storia ultracentenaria di saper bene operare per lo sviluppo e il sostegno al sistema imprenditoriale locale, in particolar modo per quel che riguarda il sostegno al credito e ai processi di internazionalizzazione».
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