L’inflazione e gli aumenti dell’energia si “mangiano” i consumi
Spese obbligate mai così alte: al 43% dei consumi totali (+6,3% dal 1995 ad oggi). Nel 2022 oltre 1.850 euro pro capite solo per elettricità, gas e carburanti.
Spese obbligate mai così alte: al 43% dei consumi totali (+6,3% dal 1995 ad oggi). Nel 2022 oltre 1.850 euro pro capite solo per elettricità, gas e carburanti.
Report del Centro studi dell’associazione. Vendite al dettaglio in discesa a causa della guerra. Il pil italiano sotto il 3% nel 2022, crescita ridotta anche nel 2023.
Le maggiori perdite in alberghi (-34,8%) e ristorazione (-27,3%). Recupero livelli pre-pandemia solo in 2023.
Consumi: a novembre prosegue recupero per turismo (+93,8%) e tempo libero (+20,2%), balzo dell’abbigliamento (+36%).
Forti le differenze territoriali: tra il 2020 ed il 2021 flessioni comprese tra i -9.200 euro a famiglia in Toscana e i -1.025 della Sicilia.
Crescono le tredicesime complessive destinate a consumi:32,6 miliardi nel 2021 (29,7 mld nel 2020). Per i regali di Natale si spenderanno circa 160 euro a testa sostanzialmente in linea con lo scorso anno. Pil +6,2% in 2021, ma +4% in 2022 per aumento prezzi.
Dopo il +14,2% nel secondo trimestre del 2021, quest’anno i consumi aumenteranno di 60 miliardi di euro rispetto all’anno scorso. Cresce la voglia di canali fisici del retail: il 65% degli italiani vuole tornare nelle piazze dello shopping.
Preoccupano l’inflazione, la bolletta energetica e l’incertezza sull’andamento della pandemia.
Timori sul futuro e riduzione dei redditi trasformano gli italiani in formiche con esiti paradossali: le famiglie si impoveriscono, ma dal lockdown ad oggi i loro depositi liquidi sono cresciuti di 74 miliardi.
Analisi del Centro studi dell’associazione sui consumi di 25,6 milioni di nuclei familiari, in totale 824 miliardi di euro: il 33% delle uscite se ne va per le abitazioni con 274 miliardi e il 17% per il cibo con 141 miliardi, in totale il 50,5%. Percentuali ancora più alte (64,3%) se sei conteggiano i 37 miliardi per abbigliamento (4%), i 35 miliardi per mobili ed elettrodomestici (4%), i 27 miliardi di mutui (3%) e, in parte, gli acquisti (14 miliardi) per alcolici e tabacchi (2%). Fanalino di coda, l’istruzione con 7 miliardi (0,9%). Il peso del fisco: l’Iva vale complessivamente 63 miliardi.