Tsipras e Francia rassicurano i mercati? L’analisi della settimana

 Tsipras e Francia rassicurano i mercati? L’analisi della settimana

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[dropcap]L’[/dropcap]ampiamente aspettata vittoria del partito di sinistra Syriza in Grecia e gli imminenti negoziati nell’Eurozona sono stati al centro dell’attenzione dei mercati finanziari la scorsa settimana: nonostante qualche irrigidimento iniziale da entrambe le parti, durante il weekend sono emersi i primi segnali della possibilità di raggiungere un accordo capace di salvare la faccia ad entrambe le parti. È da notare come l’Euro si sia stabilizzato e che abbia anche recuperato qualche punto sul Dollaro USA. Nel frattempo continuano le misure di “easing” tra le banche centrali G10, con la Bank of Canada che ha sorpreso i mercati con un abbassamento inaspettato del suo tasso base. Questi, ed altri, fattori ci portano a rimandare la nostra previsione per un aumento del tasso d’interesse da parte della FED da Aprile a Giugno, anche se nella propria dichiarazione ufficiale della scorsa settimana la FED ha fatto riferimento al rafforzamento del Dollaro. Questo approccio pacato da parte della FED, ci porta a mantenere le nostre aspettative per una serie di rialzi iniziali negli Stati Uniti fino al raggiungimento dell’1%.

EURO
I mercati finanziari hanno direzionato la propria attenzione alla vittoria della sinistra nelle elezioni in Grecia ed all’imminente negoziato tra il Governo Greco ed i funzionari dell’Eurozona sui termini del salvataggio in atto, che scadrà alla fine di Febbraio. I segnali iniziali sono stati fortemente controversi. Da una parte, il nuovo Ministro delle Finanze Varoufakis ha adottato un atteggiamento “difensivo”, dichiarando che la Grecia non negozierà più con la Troika dopo che questa ha tenuto una conferenza congiunta con un “preoccupato” Dijsselbloem, Ministro delle Finanze Olandese. Dichiarazioni più pacate sono arrivate dal Primo Ministro Greco Tsipras e dal Ministro delle Finanza Francese durante il weekend: quest’ultimo, in particolare, ha aperto alla possibilità di un cambiamento nella maturità ed interessi del debito Greco.
In generale, la relativa stabilità dell’Euro sembra indicare che i mercati non stiano entrando in un generale atteggiamento di “panico”. La preoccupazione più imminente, tuttavia, è la sorte del sistema bancario Greco, dal quale provengono “rumours” incessanti di un sostenuto deflusso di depositi dopo che le azioni delle banche hanno perso il 40% durante la settimana. Al momento, le banche Greche hanno accesso ai fondi della BCE, ed alcuni rappresentanti della Banca Centrale Europea hanno mitigato la loro posizione verso la possibilità di escludere dagli aiuti le Banche Greche in caso di mancato raggiungimento di un accordo.
Noi siamo ancora abbastanza ottimisti sulla possibilità di trovare un accordo capace di salvare la faccia sia al Governo Greco che all’Eurozona, e che permetta al primo di direzionare la propria attenzione sul versante interno che avrebbe più possibilità di raggiungere i risultati necessari evitando il confronto diretto con le autorità Europee.

USD
Le notizie economiche provenienti da oltre oceano sono state leggermente deludenti. Il PIL nell’ultimo trimestre ha rallentato al 2.6% (dati destagionalizzati). La forte domanda interna è stata “spiazzata” da esportazioni e disavanzo produttivo. Quest’ultimo è, tuttavia, probabile che venga invertito nei prossimi trimestri e la domanda interna è improbabile rallenti grazie ai buoni dati provenienti dal mercato del lavoro e dall’incremento dei salari reali dovuti ai prezzi energetici più bassi.
Il nodo fondamentale per il Dollaro Americano sarà il tempo e la velocità dell’aumento dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve: la dichiarazione della scorsa settimana indica che, mentre l’economia USA continua nel suo processo di rafforzamento, la FED può rimanere paziente nella normalizzazione della politica monetaria. Questo ci porta a rimandare la nostra previsione per il primo rialzo dei tassi dalla riunione di Aprile a quella di Giugno, anche se continuiamo ad aspettarci che il tasso dei Fondi della FED termini il 2015 all’1%, al quale la FED è probabile si fermi e valuti l’impatto degli aumenti.

GBP
La crescita del PIL inglese nel quarto trimestre 2014 è diminuita al 2.0% (destagionalizzato), un rallentamento modesto ma consistente rispetto al precedente 2.8%. Il rallentamento è stato più pronunciato nel settore manifatturiero, fatto che non dovrebbe sorprendere data la forza della Sterlina sull’Euro. Tuttavia il settore terziario è rimasto forte grazie alla domanda interna. Dati i guadagni reali aumentati (grazie alla caduta degli energetici) ed il rafforzamento del mercato del lavoro, l’economia del Regno Unico è improbabile rallenti ulteriormente, salvo “incidenti” finanziari nell’Eurozona.
Nonostante il cambio di posizione da parte di qualche “falco”, Noi riteniamo che i mercati stiano sottostimando la possibilità di un primo aumento dei tassi da parte della Bank of England verso la fine del 2015, dato il recupero della domanda interna ed i miglioramenti nell’occupazione e nei salari.

Analisi fornita da Ebury

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