Il Made in Italy continua a guardare con interesse ai mercati internazionali, e tra le destinazioni che stanno acquisendo un rinnovato potenziale strategico c’è l’Ucraina. Nonostante le sfide del contesto attuale, il Paese sta gettando le basi per una ricostruzione e uno sviluppo economico che presenta significative opportunità per le imprese italiane. I settori tradizionalmente forti dell’export italiano, dall’agroalimentare al manifatturiero, fino alle energie rinnovabili, potrebbero trovare un terreno fertile, supportato da un quadro di incentivi statali pensato per attrarre investitori stranieri.
Ma come orientarsi in questo mercato? Quali sono i passi concreti da compiere? Per rispondere a queste domande, abbiamo intervistato Irina Pichkur, Presidente dell’Associazione PIU’ SVILUPPO PARTNERSHIP ITALIA UCRAINA (https://www.sviluppoucraina.
Luca Marrucchi: Salve Irina, grazie per averci concesso questa intervista. Quali sono, a oggi, i settori più promettenti per le aziende italiane (per esempio agroalimentare, manifatturiero o energie rinnovabili) che vogliono espandersi in Ucraina e perché?
Irina Pichkur: Grazie per l’opportunità, Luca. L’Ucraina è un partner promettente che offre garanzie statali affidabili e incentivi legislativi. I settori più promettenti sono molteplici e vanno ben oltre quelli tradizionali. Oltre alla ricostruzione post-bellica, che è una priorità assoluta, vediamo grandi opportunità nell’agricoltura e agroturismo, nei progetti tecnologici e industriali (come i macchinari e le nuove tecnologie) e nelle energie rinnovabili e IT. Anche il commercio alimentare, l’ospitalità, la ristorazione e le costruzioni civili sono in forte sviluppo. I produttori italiani, già noti per la qualità, con le agevolazioni fiscali disponibili possono non solo penetrare il mercato ucraino ma diventare concorrenti seri a livello internazionale, sfruttando risorse relativamente economiche e l’accesso al mercato europeo.
Luca Marrucchi: Parliamo di incentivi. Quali agevolazioni (fiscali, doganali o di finanziamento) sono disponibili per le PMI italiane grazie agli accordi bilaterali o alle iniziative UE, e come accedervi?
Irina Pichkur: Il quadro incentivante è molto articolato e pensato per diverse tipologie di investimento. Per i progetti di investimento significativo (con un minimo di 12 milioni di euro) la legge offre un “Contratto di investimento speciale con lo Stato”, che include esenzione dall’imposta sul reddito fino a 5 anni, esenzione da IVA e dazi doganali sull’importazione di nuovi macchinari, e compensazioni per le infrastrutture.
Per le PMI, le opportunità sono altrettanto concrete. I parchi industriali, ad esempio, godono di esenzioni fiscali fino a 10 anni. Il settore IT e innovazione beneficia del regime speciale Diia.City (https://city.diia.gov.ua/en), con strumenti di venture capital e incentivi per ricerca e sviluppo. L’agricoltura ha sovvenzioni per allevamenti e apicoltura, con prestiti agevolati dal 5% fino al 9%. Per il trasporto ecologico e l’energia “verde” ci sono esenzioni IVA, una “tariffa verde” per l’elettricità e supporto per biometano e biogas. Anche l’aeronautica e l’ingegneria meccanica hanno forti sgravi. L’accesso a questi incentivi richiede un’analisi e una pianificazione professionale, ma il primo passo è sempre una discussione preliminare con partner locali affidabili.
Luca Marrucchi: Nella pratica, quali sono i primi passi che un’impresa italiana dovrebbe compiere per valutare un’espansione in Ucraina?
Irina Pichkur: Il consiglio più importante è non sottovalutare la fase di preparazione. Il primo passo è sempre un’analisi e una pianificazione professionale che includa finanza, contabilità, aspetti giuridici e selezione del personale. Fondamentali sono le discussioni preliminari tra le parti italiane e ucraine, che permettono un lobbying efficace e riducono i rischi. È proprio in questa fase che la nostra Associazione, essendo registrata in Italia, può fare la differenza. Siamo un ponte che accompagna l’investitore “passo dopo passo”, organizzando visite in Ucraina, presentando partner affidabili e garantendo un supporto legale e finanziario secondo le leggi italiane ed europee. Il nostro obiettivo è ridurre i rischi e assicurare quella sicurezza normativa che è cruciale per operare con serenità.
Luca Marrucchi: Guardando al futuro, quali tendenze prevedi per il commercio bilaterale nei prossimi 2-3 anni, e come le imprese italiane possono posizionarsi per sfruttarle?
Irina Pichkur: Nei prossimi anni assisteremo a una forte accelerazione guidata da tre pilastri, digitalizzazione, sostenibilità e ricostruzione. La ricostruzione non sarà solo fisica, ma anche tecnologica e verde. L’Ucraina punta fortemente sulle energie rinnovabili, sull’IT e su un’industria creativa e manifatturiera innovativa. Le imprese italiane, con il loro know-how in design, ingegneria, tecnologie green e agroalimentare, sono perfettamente posizionate per essere protagoniste. Devono agire con visione, iniziando ora a costruire relazioni e a comprendere il mercato. Il nostro obiettivo comune è aprire l’Ucraina agli investitori italiani, creando benefici reciproci, proprio come stanno già facendo con successo altri Stati europei. L’opportunità è qui, ora. Sta a noi coglierla insieme.
Luca Marrucchi: Ai pionieri del Made in Italy dico questo, i mercati facili sono già stati conquistati. Le vere opportunità nascono dove serve coraggio per guardare avanti. L’Ucraina è una di queste. Non abbiate paura di essere audaci, il futuro premia chi sa costruirlo, non chi aspetta che accada.

