Una modellista in una pmi e il Made in Italy

Ci ritroviamo a discutere del settore della moda in Italia e di alcune sue specificità; il suo background si è sviluppato tra società che sviluppano i marchi per le grandi Maison della moda e nei laboratori che trasformano le idee in prodotti. Lungo la sua esperienza ha dato il suo contributo per lo sviluppo di prodotti di marchi come Salvatore Ferragamo, Valentino, Louis Feraud, Gucci, Mila Shon, con la responsabilità dell’ufficio maglieria e altri marchi del Made in Italy. Da una decina di anni collabora con una pmi che fa maglieria con il brand Anis (della Heft Hefton Italy Srl,) e si occupa sia del design sia dello sviluppo delle maglie, della messa in opera e del controllo fino a seguire la produzione e la vendita.
Qual è la parte che più ti piace del tuo lavoro?
«La parte che amo di più del mio lavoro è l’inizio di una collezione, partire dal disegno e sapere che diventerà un capo che verrà venduto, che troverai nei negozi e che sarà indossato dalle persone che lo hanno acquistato e alle quali è piaciuto. È sempre un’emozione partire da un filo e arrivare a vedere una collezione finita».
Come definiresti il tuo ruolo in azienda?
«Il mio ruolo all’interno dell’azienda è quello di modellista, ma in realtà nelle pmi si estende a molto di più. La modellista dà forma a un’idea che richiede molti passaggi e correzioni prima di arrivare a un prodotto finito come forma e vestibilità. Poi ci sono le esigenze dei clienti, del mercato, gli imprevisti legati ai materiali o ai laboratori, che fanno sì che il mio ruolo abbia infinite variabili e ogni giorno sia diverso. Questo lavoro richiede calma, estro, fantasia e tanto tempo da dedicargli per ottenere un buon risultato. È un lavoro che dà grandi soddisfazioni, trovo sia bellissimo poter dare forma a un’idea».
Quali sono le opportunità di sviluppo del settore Moda in Italia in base alla tua esperienza?
«Penso ci sia margine di sviluppo per chi ha delle idee giuste, capacità tecniche e conoscenza dei materiali. Il prodotto finale deve essere accattivante, ma è molto importante in questo momento anche avere un prezzo giusto, una corretta strategia di mercato per la collezione, buona qualità e visibilità».
Cosa avviene a tuo giudizio con questa grande esternalizzazione della produzione verso i Paesi dell’Oriente? Anche se molti brand ritornano a produrre in Europa!
«Molti brand producono o tornano a produrre in Italia perché il Made in Italy è tuttora una garanzia di qualità a livello di materiali e raffinatezza sia nel gusto che nell’esecuzione. Non si può non tenere conto della lunga esperienza artigianale e sartoriale dei laboratori italiani, abituati da sempre a realizzare prodotti eccellenti e con tecniche di lavoro anche elaborate. Non dimentichiamoci che il Made in Italy nel mondo è molto richiesto. Di contro i lavoratori all’estero producono spesso un buon prodotto, magari meno elaborato nella realizzazione, ma sicuramente con un prezzo finale più utile a soddisfare le esigenze del mercato attuale per le aziende che devono vendere un “buon prodotto”, ma con un prezzo interessante».
Cosa ti appassiona nel tuo lavoro? Mi sembra che tu abbia una grande passione!
«Del mio lavoro mi appassiona il fatto che non è mai uguale, ogni giorno nuovi disegni, una nuova ricerca di materiali, di forme e di colori, ogni stagione è veramente una nuova stagione, con l’emozione di partire con idee e progetti innovativi. Quindi la parte creativa e la realizzazione procedono assieme nell’elaborare una collezione. Mi appassiona anche vedere i risultati di tanto lavoro, sapere che c’è un riscontro sia nell’apprezzamento dei clienti sia nell’evoluzione dell’azienda».
Nel settore della moda il tuo ruolo di modellista ha delle problematicità particolari nelle relazioni con gli altri?
«Per la mia esperienza lavorativa posso dire che non ci sono problematiche relazionali, io amo lavorare in team, trovo la mia dimensione preferita proprio nella collaborazione, nello scambio di idee e nei progetti comuni. Ci sono, invece, le problematicità legate al lavoro in sé, che consiste nel saper interpretare un disegno o un’idea e dargli la giusta forma e spesso il percorso può essere complesso: il laboratorio che non realizza bene il capo, un materiale che non è adeguato, i tempi che sono sempre troppo stretti ecc. Non sono nemmeno da trascurare il lancio della produzione, il controllo qualità, l’interpretazione sbagliata o un errore di esecuzione: tutto può capitare nonostante la massima cura e controllo. L’imprevedibile è sempre frustrante».
Cosa suggeriresti a una nuova modellista?
«Le direi di affrontare questo lavoro con curiosità e senza preconcetti, tutto si può fare o almeno si può provare a vedere dove si arriva, spesso il risultato finale è imprevedibile».
Qual è il target obiettivo dei capi che realizzi? Qual è la cliente tipo?
«La donna Anis, che è il brand per il quale lavoro, è una donna giovane, dinamica, che ama la praticità nei materiali e le novità nelle forme prestando giusta attenzione al prezzo. È attenta alle novità della moda, femminile ed elegante, ama gli accessori, ma si distingue per essere originale e singolare».
Cosa suggerisci a un imprenditore per fare bene il suo lavoro in questo settore alla luce della tua esperienza?
«Di mantenersi in costante ricerca di nuovi materiali, nuove forme e colori. Di viaggiare tanto o comunque muoversi molto in questo mondo in rapido cambiamento: è necessario essere in grado di modificarsi in fretta per non restare ancorati ai soliti sistemi e schemi, quindi essere in evoluzione continua».
Il mercato della Moda o del Fashion è sempre più globalizzato, quali sono le principali tendenze che vedi per il futuro?
«L’offerta è ampia e sempre spesso simile, ovviamente si differenzia nei materiali e nei prezzi. Vedo come tendenza la ricerca di idee originali, ma un rapido cambiamento nei volumi e nei colori; per quanto riguarda i materiali vedo l’evoluzione verso quelli più tecnologici e di facile uso anche se rimane come preferenza la tendenza a quelli naturali».
Cosa avresti voluto fare professionalmente e non hai fatto?
«In questi anni ho cambiato più volte tipologia di lavoro anche se sempre nello stesso ambito. Ho seguito collezioni donna, uomo e bambino, in tessuto e maglieria, che è la mia prima e grande passione. Professionalmente mi sarebbe piaciuto fare delle esperienze lavorative all’estero, ma scegliere di avere una famiglia ha in parte condizionato questa “non” scelta».
Quali sono le due parole che utilizzi per delineare il futuro che ti aspetta per tutto quello che fai?
«Quello che vedo nel mio futuro lavorativo è massimo impegno e passione».
In ultimo, per concludere, quali sono le cose che hanno cambiato la tua vita?
«A parte mio figlio, la scelta di intraprendere questo percorso mi ha portato lontano dalla mia terra e dalla mia famiglia, ma mi ha permesso di fare il lavoro che amo, in un ambiente ottimale, dà ogni giorno gioia e grandi soddisfazioni».
Grazie per l’intervista e buon lavoro!
Teresa Tardia
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