Uscire dalla Zona di Comfort per superare la crisi economica… e non solo!

Se non avete mai lasciato la vostra zona di comfort, state probabilmente sabotando le vostre possibilità di realizzazione e soddisfazione.
Spingersi al di fuori della nicchia in cui ci stiamo nascondendo e proteggendo è un movimento critico, di rottura degli schemi, di quel circolo vizioso in cui ci sentiamo coinvolti e generare un circolo virtuoso, che ci faccia abbattere le barriere e andare oltre le difficoltà per raggiungere i risultati che vogliamo, crescere, imparare, realizzare, avere successo.
Mantenersi nella Zona di comfort è più facile e più sicuro, ma non è detto che abbia un impatto positivo sulla nostra vita, sulla nostra soddisfazione, sul nostro senso di realizzazione e di autostima.
La parola ‘sicurezza’ è un aggettivo che significa sicuro, ma è anche un sostantivo che significa “bloccato, chiuso”. Le due condizioni sono intimamente legate. Se in questo momento state vivendo l’aggettivo allora state vivendo anche il sostantivo.
La Zona di Comfort favorisce un atteggiamento di impotenza, che rende sempre più difficile fare progressi, creare soluzioni, crescere.
Certo, avventurarsi oltre i confini delle proprie certezze è rischioso: ma il rischio è il prezzo da pagare per il successo, la realizzazione, la soddisfazione. Uscire dalla zona di Comfort non deve però voler dire accettare qualsiasi rischio, ma allargare i propri orizzonti, verificare le opportunità , crearne delle nuove, aprire nuove strade.
La cosa importante in questo momento è non fissare degli obiettivi troppo ambizioni, troppo lontani dalle nostre possibilità, che potrebbero generare ansia, stress e frustrazione.
Entrare nella Zona di apprendimento vuol dire recuperare il controllo della propria vita, non subire più gli eventi ma agire per dare una direzione alle cose, non farsi travolgere dall’onda ma cavalcarla.
Quando facciamo questo passo ci spostiamo in una zona apprendimento, di crescita, di evoluzione, in cui mettersi in discussione e alla prova, per vedere davvero di che pasta siamo fatti. Per questo motivo in un primo momento non ci sentiremo propriamente a nostro agio, ma quello sarà l’indicatore che ci stiamo muovendo nella direzione giusta.
Stiamo decidendo di non subire o reagire solo agli eventi, ma di influire sulla nostra vita in modo attivo, mettendo in gioco tutte le nostre risorse, con piena consapevolezza dei limiti, con la capacità di prevenire e gestire i rischi, assumendoci la piena responsabilità della nostra soddisfazione e dei nostri risultati.
Stiamo decidendo di non avere rimpianti, di definire in modo autentico noi stessi e la nostra vita e di scrivere il finale nel modo che vogliamo.
Come uscire dalla Zona di Comfort:
1 –definire i contorni della zona di Comfort, prendere consapevolezza della situazione e della nostra tendenza a muoverci sempre all’interno di essi; guardare la zona di comfort come una prigione: quali possibilità ci stiamo negando? Cosa stiamo evitando? Cosa ci rende prigionieri?
2- accettare il cambiamento come parte del gioco: le cose cambiano continuamente intorno a noi, restare rigidi sulle nostre posizioni equivale a condannarci ad una vita di frustrazione e insoddisfazione; quello che possiamo fare è restare aperti e flessibili, allenarci a gestire la sfida del cambiamento.
2 – scegliere delle piccole sfide, che ci portino al di là della barriera, imparando a gestire la sensazione di disagio e a controllarla. Ciò che non conosciamo può portarci nuove energie, nuovi stimoli, nuove idee, nuovi risultati.
3 – riconoscere i nostri tentativi di sabotaggio: quando ci diciamo “ in fondo si può stare peggio”, “non è poi così importante”, stiamo mettendo in atto dei meccanismi che ci difendono dal rischio riportandoci esattamente al centro della zona di comfort. E’ proprio quello il momento in cui dobbiamo chiederci “ se resto così, cosa sarò tra 1 anno? Tra 3 anni? Alla fine sarò soddisfatto della mia vita?” Cosa mi sta limitando/fermando? Quale mia risorsa posso utilizzare per gestire e controllare questa situazione?
4 – pianificare : fare un passo senza pianificare può essere audace, ma non saggio. E’ necessario verificare le opportunità, valutare le risorse a nostra disposizione, stabilire la strategia più adatta alla situazione e al nostro stile per vincere la sfida, personalizzando le mosse per non sentirsi sopraffatti dalla situazione.
5- scegliere qualcuno che ci sostenga nel percorso: che appartenga alla nostra sfera privata (un amico o un parente), alla nostra sfera professionale ( un collega, il capo), oppure che sia un professionista ( un coach).
Un buon punto di riferimento vi permetterà di trovare la vostra personale strategia, che riuscirete a mantenere nel tempo, aumenterà il vostro senso di efficacia e di autostima e vi permetterà di affrontare sempre nuove sfide e sentirvi pienamente soddisfatti e realizzati.
Qualunque sia la vostra scelta, assicuratevi che sia una persona obiettiva, adeguatamente distaccata dalla situazione e disinteressata, che sia un sostegno in questa sfida, vi incoraggi a non arrendervi e vi dia la possibilità di vedere al di là dell’ostacolo, di aprirvi a nuovi orizzonti, che possa darvi feedback oggettivi, non suggerimenti o giudizi che rischierebbero di mandarvi fuori strada o di modellarvi al suo modo di vedere e fare le cose, non al vostro.
Adele Eberle – ACC
Professional Coach certificato dall’International Coach Federation
www.adeleeberle.it
Adele Eberle è Professional Coach partner di Carriere Italia e supporta Persone e Aziende nel nelle fasi di cambiamento, valorizzandone il potenziale.
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