YouTube diventa a pagamento: il 28 ottobre arriva RED

 YouTube diventa a pagamento: il 28 ottobre arriva RED

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[dropcap]Y[/dropcap]ouTube, la prima grande acquisizione di Google, è la piattaforma di video online più diffusa al mondo. Così diffusa da essere considerata uno standard, e così visitata da essere in molti mercati – come, ad esempio, quello italiano – il secondo motore di ricerca per visitatori unici mensili (dopo Google, appunto).

Esattamente come Google, YouTube ha fino ad oggi basato tutto il suo modello di fruizione sui video gratuiti, preceduti oppure accompagnati dalla pubblicità: nel primo caso parliamo di formati di advertising come i pre-roll ‘skipabili’ e nel secondo caso dei banner in pancia al video – ad esempio.

La pubblicità è quindi sempre stata il cosidetto ‘revenue-stream’ principale del motore di ricerca per video più diffuso di sempre: YouTube, come Google, ha infatti vissuto – e prosperato – fino ad oggi come strumento gratuito per gli utenti, che basava tutti i suoi introiti sugli investimenti pubblicitari degli inserzionisti.

Ma dal 28 ottobre questo modello cambia, o almeno viene integrato da una grande novità: si chiama YouTube RED ed è stata presentata il 21 ottobre. Sul blog di YouTube che trovate a questo link c’è la presentazione ufficiale.

YouTube RED diventa un nuovo modo di fruire YouTube attraverso un modello di ‘subscription’. Pagando cioè un canone mensile (9,99$), sarà possibile accedere a tutta una serie di benefit – appunto a pagamento.

Ovviamente si tratta di benefici che già conosciamo abbastanza bene, che possiamo cioè immaginare perché il modello non è nuovo. Pensiamo, ad esempio, a Spotify. Ma, in breve, ecco a cosa si ha accesso con la subscription mensile:

  1. Nessuna interruzione pubblicitaria / Ad-Free

  2. Possibilità di vedere il video stesso offline, salvandolo

  3. Possibilità di passare ad altra app mantenendo attivo YouTube

È un cambiamento molto importante, che si attendeva da diversi trimestri. Il punto sarà ora vedere quanto questo modello di fruizione dei video verrà apprezzato in termini di pubblico, e cioè capire quanti utenti saranno pronti a fare l’upgrade.

Perché questo influenzerà inevitabilmente il futuro di Google – che ha sempre avuto in YouTube una macchina-da-utili perfetta – in questi mesi che per altro sono già di grandi cambiamenti per il gruppo di Mountain View, anche a livello di struttura societaria, con tutta la galassia dei suoi business ormai afferente alla holding Alphabet.

Federico Corradini
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